Tradimento!

— Leggi il Primo Capitolo–

— Leggi il Secondo Capitolo–

— Leggi la puntata precedente–

— Read in English–

Sotto il cappello

Sono giorni ormai che non si sente più alcun rumore nell’aria. Dalla stanza, la luce fioca di una lampadina sembra diventata un modo per sprecare energia, più che illuminare davvero. I passanti non sembrano volere la nostra macchina parcheggiata qui.

In attesa

Sarà questo ragazzo, sarà che indossa un bel cappello, ma davvero credo manchi poco prima che chiamino le autorità. L’attesa diventa snervante ogni minuto che passa.


Puc Puc


Fuori dal finestrino, un uomo dai lineamenti duri. Uno di quelli che non ha mai dovuto sentirsi preda in tutta la sua vita. Occhi incavati come a volersi proteggere nel cranio, fronte spigolosa, sembra avere tutte le caratteristiche giuste per sopravvivere in questo mondo.

KI

Sicuramente per incutere paura bussando ad un finestrino di una serata gelida. Perfino con delle mani ben curate.


Puc. Puc.


Questa volta i due tocchi sono separati da una piccola pausa. Come se attraverso i pugni volesse comunicare impazienza.


Hmpf


E il ragazzo apre finalmente il finestrino. Io forse avrei messo in moto e sarei scappato, fossi stato in lui. Però il mio ruolo è di essere un cappello e di proteggere dal vento e dalla pioggia. Cosa posso saperne io di finestrini e pugni?

Il fresco della notte


L’aria ventosa si precipita non invitata nell’abitacolo, rendendolo immediatamente simile ad un frigorifero. Manca la frutta, la verdura e tutto quello che di solito si mette dentro un frigorifero. L’aria sembra risvegliare il ragazzo, che ormai aveva quasi perso le speranze.


Salve


Dice la voce cavernosa dell’uomo dall’aspetto poco mansueto. Non arriva alcuna risposta, se non un battito di ciglia e un’occhiata annoiata da parte di questo cranio perfetto che mi indossa.


So qualcosa che lei non sa


La voce si è fatta stranamente meno cavernosa.


Hmpf

In macchina!

Sotto il cappello_under the hat
Sotto il cappello_under the hat


Ah, quanta loquacità! L’altro la scambia per un invito, così apre la portiera e si siede in macchina. Non dall’altro lato, come farebbe ogni persona che per la prima volta salisse in un’auto sconosciuta. Si siede nei sedili di dietro, cosicché il ragazzo per poterlo guardare negli occhi deve decidere. Girarsi di tre quarti o dare un’occhiata allo specchietto.

Il sedile di pelle fa dei rumori buffi, mentre il torvo visitatore si sistema. Però nella sua voce non c’è proprio nulla di buffo.


Sono un cercatore di tracce


Hmpf


Sono abbastanza bravo a cercare tracce


Hmpf


Sono il motivo per il quale lei se ne sta seduto qui a guardare come un’ebete una lampadina in una stanza vuota. E la persona che cerca ha cambiato già due volte l’ora nel suo orologio.


Vuota?


Tuona la voce del ragazzo sotto il naso. Incredibile a dirsi, a volte basta una parola sola per attivare un intero vocabolario di reazioni. Stavolta decide di girarsi di tre quarti e i due nasi si ritrovano quasi ad un naso di distanza.

Possono sentire entrambi l’odore di caffè rancido e poca igiene dentale. La parola scivola via dalle labbra prima che lui stesso possa sorprendersi di saper ancora articolare qualcosa di più complesso di un “hmpf”. La voce da basso, rauca come un borbottio di un vecchio, continua.


Vuota, si. In breve è il motivo per cui sono qui, fare in modo che lei trovi sempre una pista sbagliata, mentre le sue prede sono a chilometri di distanza. Le è piaciuta la bicicletta?


Dove?


Prima di tutto le potrei dire perché, sarebbe più semplice

Una cosa alla volta


Da un viso così duro, da una voce così bassa, non mi sarei mai aspettato che desse del “lei” alla mia testa. Ciò mi sconcerta. Un uomo così grosso e senza neanche un cappello! Ma eccolo continuare, con quella voce che sembra un nastro registrato, gracchiante.


Abbiamo un amico in comune.


Chi?

S.

Non è mio amico.

Oh, certo, certo. Eppure so che vi siete incontrati e lui sa che lei lo sta inseguendo

Cosa vorrà?

Quante cose che sa, quest’uomo senza cappello! Ovvio che tutto questo sia sospetto. Gli occhi della mia testa perfetta si girano e iniziano a guardare avanti, come pronti a terminare la conversazione.


Anche lei vuole la mia anima?


No. Sono più interessato al luogo in cui la sua anima è diretta


Hmpf


Hmpf davvero

Silenzio

Qui il silenzio cuce qualche rumore intorno a questi due uomini che si guardano allo specchio. Uno di questi rumori è un cane, un altro è un gatto che salta da un cestino dei rifiuti. Chissà perché poi i gatti facciano sempre cose demenziali, poi.


Sono diretti alla prigione delle anime


La prigione delle anime!


No, questa poi. I gatti son si demenziali, ma almeno sono belli, eleganti. Perché mai due uomini dovrebbero saltare dentro quel cestino che altro non è la Prigione delle Anime? Dai, su, avete due cervelli, escogitate qualcos’altro.

Quel posto è una mostruosità, se non addirittura un’idea, un non- luogo. Come se la prigione di un uomo non fosse il suo stesso corpo, le sue illusioni e le sue palpebre. Quali anime potranno mai trovarsi in quella prigione?

Sotto il cappello, sconcerto

Non ho mai visto questo ragazzo così sorpreso, le pupille così dilatate da sembrare gli occhi di un gatto. Appunto.
Il vento muove le punte delle piante ben ordinate nei giardini. La lampadina è ormai spenta, nella casa, mentre questi due uomini procedono silenziosi nelle strade deserte. Poi l’uomo dalla faccia truce rompe l’indugio.


Solo il medico sa dove sta andando, S. lo ignora e questo potrebbe essere un vantaggio per lei. Mi aiuti a raggiungere la prigione e avrà la sua anima in un piatto d’ottone


D’argento


Si, certo. Ci siamo capiti. Gira qui a destra e fermati davanti alla casa


L’auto si accosta scricchiolando sui sassolini. Fuori dal finestrino, una casetta di campagna, di quelle per pastori o amanti della solitudine. O fuggiaschi.

Una casetta


Qui è dove si trovavano fino a qualche sera fa, prima che prendessero il treno


Andiamo, non voglio sprecare altro tempo. Perché hai aspettato tanto prima di contattarmi?


Bisogna lasciare un po’ di vantaggio alle prede, se si vuole prenderle di sorpresa


Umpf

Bom, Bom, Bom


Una campana suona da qualche parte, le fronde degli alberi ballano vibrando nell’aria, mentre due uomini si lanciano nell’oscurità, in cerca di un treno notturno. Uno di loro ha un piccolo sorriso sotto il cappello. L’anima è vicina.

— Leggi l’ultima parte del terzo capitolo, Il treno!–

La storia avrà pubblicazione a cadenza settimanale. Tutti i diritti sulla storia sono riservati da Flyingstories.org e nella persona di Daniele Frau.

Tutte le grafiche sono eseguite a mano e in stili misti dall’artista Gabriele Manca, DMQ productions, che detiene i diritti sulle opere.

Add a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *