Prendi in mano il passato con un guanto

Forse risulterà complicato, con tutte quelle donne e quegli uomini che cadono dal futuro e una Villa dalla quale la gente del passato è pronta a sparargli. Una storia reale diventa irreale, un bisogno diventa richiesta, la propaganda colora di bianco e nero tutte le sfumature di grigio.

Nel passato

Ecco, partiamo da qui, dal grigio del cielo. Una giornata grigia come una grammatica, le cui regole erano macchine altrettanto grigie in fila ai semafori, sotto l’occhio vigile delle telecamere di sicurezza. Non c’erano nel cielo ancora quelle ombre in caduta libera, quei meteoriti che avrebbero riempito i notiziari del mattino, della sera e della notte.

Era un semplice guanto

A glove to handle the Past, Go back to the future, story by Daniele Frau.
A glove to handle the Past, Go back to the future, story by Daniele Frau.

Un guanto per tenersi stretto il passato senza bruciarsi, un passato acceso nel futuro come una fiaccola, una speranza in caduta libera. Per quanto in quel momento, il passato fosse tutt’altro che caldo e i guanti servivano a ripararsi, insieme ai cappelli e alle sciarpe. La terra si era inclinata lontana dal sole, in quell’emisfero, lasciando il freddo a fischiare nei vicoli, rinchiudendo le persone nelle case e nelle macchine, di fretta sui marciapiedi.

Sulle scale correvano uomini e donne indaffarati, mentre sotto le scale restavano i numeri barbuti, infreddoliti, coperti da cartoni dei super market. Numeri senza nome, statistiche del giorno dopo, scelte sbagliate che impauriscono.

Per questo motivo, il Capo Popolo aveva istituito le ronde dell’allegria, ovvero dei gruppi di giulivi cittadini pronti ad aiutare i più poveri. Fornendo loro assistenza psicologica o materiale? No, quello sarebbe stato sprecare del denaro pubblico per dei numeri. I numeri non vanno confusi con le persone, mai. Quelle statistiche del giorno dopo andavano ben camuffate, colorate, per poter essere scambiate per dei graffiti.

Così, da una parte stava la maggioranza, il grano bianco buono per fare il pane e dall’altra parte una granaglia buona solo per i maiali, una somma zero da aggiungere ad altri zeri. Però, grazie alle ronde dell’allegria, questi zeri erano ora molto più festosi del passato.

Comunque, c'era un guanto.

Un guanto di donna, di pelle, lasciato per un istante su una ringhiera. Da dietro, una mano lesta, quasi scheletrica, lo aveva rubato. Si, un uomo dalla barba lunga color viola, era uscito dal suo cartone color giallo canarino e aveva rubato un guanto di pelle. Uno solo, ma abbastanza per riscaldare almeno una mano infreddolita. Fuori infuriava la tempesta e la donna in questione ci mise qualche minuto ad accorgersi del guanto mancante.

Quello che sarebbe stato un piccolo intoppo, si rivelò il primo soffio sun una pedina del domino. Era troppo tardi per tornare indietro a cercarlo, l’uomo dalla barba color viola era scappato sotto un altro sotto scale, forse in cerca di un altro guanto. Avrebbe rischiato di far tardi al suo cubicolo, ma allo stesso momento la mano così ben curata iniziò a dolerle. Fu così che la donna, tale Maria De Casus Belli, decise di usare la mano guantata per chiamare un taxi.

"Quel tassista aveva un'aria stramba", avrebbe riferito più tardi la donna alle autorità.

“Mi guardava con un’aria preoccupata, come se avesse qualcosa da nascondere o si fosse semplicemente perso. Non parlava e sobbalzava ad ogni minimo suono, soprattutto, notai, quando passò la sirena di un’ambulanza.”

La giornalista de La Pancia del Popolo Libero aveva preso nota, pregustando un titolo sensazionale: “Ecco come gli alieni si preparano ad invaderci”

Il taxi si fermò bruscamente di fronte alla Banca di Fiducia, con le sue enormi finestre specchiate, da cui la telecamera di sicurezza vide scendere Maria, ancora scossa da quella corsa bizzarra con in mano due belle banconote.

Ancora qualche scalino, Maria guardò come ogni mattina la sua immagine riflessa e si diede una sistemata al cappotto prima di entrare. Lasciò il suo cappotto all’usciere, scambiò qualche occhiata con Mauro della contabilità e si avviò verso il suo cubicolo. Qui, inserì una cialda e preparò la sua tazza color avorio per bersi una bella tisana tonificante.

Ci fu poi l'esplosione, destinata a diventare famosa.

Questa è la fine della terza parte, ora puoi continuare a leggere come continua Ritorna al Futuro, storia scritta da Daniele Frau e illustrata da Gabriele Manca, Dmq Productions. Tutti i diritti sulla storia e sulle illustrazioni sono riservati ai rispettivi proprietari.

Continua a leggere la prossima parte, L'esplosione!

Sei arrivato qui, ma non sai di cosa parli questa storia? Leggi di cosa si tratta il progetto Ritorna al futuro, qui.

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The importance of reading, graphic by Daniele Frau.
L'importanza della lettura, grafica di Daniele Frau.

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